Il principato di Taranto e la vita quotidiana nelle corti del Mezzogiorno tardomedievale
The principality of Taranto and the daily life in the courts of southern Italy in Late Middle Ages
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Sul principato di Taranto, complesso organismo feudale incluso nel Regno di Napoli, esiste una ricca tradizione di studi, ma è soprattutto nell’ultimo decennio, e grazie anche alle iniziative promosse dal Centro Studi Orsiniani di Lecce, che il tema è stato oggetto di crescente attenzione da parte di alcuni studiosi afferenti alla cattedra di Storia Medievale dell’Università del Salento. L’esteso dominio signorile è stato esplorato sia in termini di cartografia storica, sia sul piano politico, economico, sociale e culturale. Tali piste d’indagine, che hanno in parte privilegiato una prospettiva incentrata sulla figura dei feudatari di turno, sull’esercizio del potere signorile, sulle prerogative di governo, sulle ambizioni e sulle aspettative del grande baronaggio nel quadro delle dinamiche politiche tardomedievali, si sono rivelate di notevole interesse, e non soltanto ai fini di un approfondimento e di una maggiore conoscenza del passato di Terra d’Otranto, ma anche come importante contributo alla comprensione, più in generale, della storia del Regno di Napoli e del “sistema” degli stati italiani tra Basso Medioevo e Rinascimento.
L’edizione e lo studio di un cospicuo numero di fonti provenienti dal principato di Taranto al tempo degli Orsini Del Balzo (dal 1399, anno dell’investitura di Raimondo, al 1463, anno di morte del primogenito, Giovanni Antonio) e degli Aragona (dal 1463 al 1503) hanno così consentito di approfondire il Quattrocento meridionale, e nello specifico salentino, sotto vari e molteplici aspetti (politico-istituzionale, burocratico-finanziario, socio-economico, artistico-culturale). Si vuole ora esaminare una sfera ancora poco indagata, vale a dire quella privata, per cogliere la dimensione domestica, le pratiche quotidiane, gli svaghi di corte e tutti quei momenti che il ceto feudale, contornato da una ristretta cerchia di familiari e “fideles”, trascorreva all’interno del castello o palazzo baronale.
Esemplificativi in tal senso sono gli inventari del conte di Ugento e duca di Nardò, Angilberto del Balzo, figlio ultrogenito del duca di Andria, Francesco del Balzo, e di Sancia Chiaromonte, sorella della regina Isabella, moglie quest’ultima di Ferrante (re di Napoli dal 1458 al 1494). Essi offrono prova dell’agiatezza economica, della “munificentia” e dello “splendor” cui godeva una delle principali famiglie dell’aristocrazia feudale dell’Italia meridionale del Quattrocento. Si tratta di un materiale documentario (conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi) senza dubbio prezioso, che, oltre a chiarire diversi aspetti del dominio signorile del conte di Ugento, offre la possibilità di ricreare momenti di vita quotidiana, usi e costumi di un mondo nobiliare attento alle mode del tempo, attratto dal particolare prezioso, amante del lusso e dello sfarzo. Alcuni degli oggetti elencati rappresentano più di altri il segno tangibile dello status e del potere politico di casa del Balzo, l’agiatezza economica, l’appartenenza ad un rango che può, e deve, nello stesso tempo, vivere, mangiare, vestire e apparire nell’opulenza. La descrizione di beni e di oggetti di uso quotidiano rappresenta una fonte di sicuro interesse per la storia della cultura materiale e, più in generale, per la storia della mentalità e del costume.
On the principality of Taranto, a complex feudal organism included in the Kingdom of Naples, there is a rich tradition of studies, but it is above all in the last decade, and thanks also to the initiatives promoted by the Centro Studi Orsiniani of Lecce, that the topic has been the object of growing attention by some scholars belonging to the chair of Medieval History of the University of Salento. The extensive noble domain has been explored both in terms of historical cartography and on the political, economic, social and cultural level.
The edition and study of numerous sources from the principality of Taranto at the time of the Orsini Del Balzo (from 1399, the year of Raimondo’s investiture, to 1463, the year of the death of his eldest son, Giovanni Antonio) and the Aragonese (from 1463 to 1503) have made it possible to deepen the southern fifteenth century, and specifically Salento, under various and multiple aspects (political-institutional, bureaucratic-financial, socio-economic, artistic-cultural). We now want to deepen a sphere not yet investigated, the private one, to grasp its domestic dimension, daily practices, court leisure activities and all those moments that the feudal class, surrounded by a small circle of family members and faithful, spent in the castle or baronial palace.
Angilberto del Balzo, Count of Ugento and Duke of Nardò, was the last-born child of Francesco del Balzo, Duke of Andria, and Sancia Chiaromonte, sister of Queen Isabella, the wife of Ferrante (king of Naples from 1458 to 1494). His inventories provide evidence of the economic wealth, “munificentia” and “splendor” enjoyed by one of the most important families of the fifteenth century feudal aristocracy in southern Italy.
The account analyses an undoubtedly valuable source (preserved in the Paris National Library) which, in addition to clarifying various aspects of the count of Ugento’s feudal dominion, also permits the recreation of features of the everyday life, habits and customs of an aristocratic society in thrall to current fashions, attracted by exquisite detail and fond of luxury and ostentation. Some of the items listed in particular constitute a tangible indication of the Balzo family’s status and political power, its economic wellbeing and its place in an echelon which could, and was obliged to, live, appear, eat and dress in opulence. The description of goods and objects in everyday use represents a source of undoubted interest for the history of material culture and, more generally, social history.